Nel mondo di oggi, fare business non significa soltanto generare profitti. Le grandi aziende si stanno rendendo conto che la mission deve saper andare oltre al core business, assumendosi la responsabilità sociale ed ambientale delle proprie scelte.
I porti sono un esempio lampante di questo cambio di prospettiva: La loro attività coinvolge direttamente le comunità locali, anche per questo motivo la capacità di operare in maniera “sostenibile” sta assumendo un’importanza crescente. L’obiettivo in questo caso è mitigare l’impatto del porto sull’ambiente, operando in maniera consapevole e prestando attenzione alle conseguenze dirette e indirette delle scelte strategiche e operative.
Coerentemente con l’approccio moderno alla responsabilità sociale d’impresa (CSR – Corporate Social Responsibility) i porti devono necessariamente interpretare il tema della sostenibilità a “tre livelli”: sociale, economico ed ambientale, inserendo diversi elementi di ciascuno di questi aspetti nei propri programmi di Corporate Social Responsibility. Lo scopo è quello di implementare una gestione sostenibile su più fronti, come riporta Michele Acciaro, professore associato di Logistica Marittima presso la Kühne Logistics University, nel report “Responsabilità Social Nel Settore Portuale: La Prospettiva Della Teoria Istituzionale” (disponibile qui in lingua inglese).
Una delle sezioni più importanti del programma riguarda proprio la sostenibilità ambientale. Lo spostamento della merce da un punto A ad un punto B genera inquinamento a causa delle emissioni delle navi, dalla movimentazione della merce, e dalla congestione derivante dal trasporto terrestre, spesso fortemente influenzata da limiti infrastrutturali, colli di bottiglia e picchi legati alle operazioni terminalistiche.
Focus sull’innovazione
Una strada praticabile per bilanciare le sfide legate alla sostenibilità ambientale con gli obiettivi legati alla performance economica, è quella degli investimenti in ricerca e sviluppo: il potenziamento degli impianti di generazione dell’energia, e ile miglioramento dei sistemi di distribuzione e stoccaggio dicarburanti alternativi, sono buoni esempi, che permettono anche di cogliere lo stretto legame tra la sostenibilità nelle operazioni navali e quella delle attività terminalistiche.
Unità di collegamento ad alto voltaggio su una nave ULCV
Utilizzando moderni sistemi di cold ironing, grazie ad alimentatori di banchina (Onshore Power Supply, OPS) le grandi navi possono spegnere i motori durante le operazioni portuali, sfruttando l’energia elettrica proveniente dalla banchina, invece che quella prodotta a bordo utilizzando motori diesel, che emettono CO2 e altri inquinanti nell’atmosfera , aumentando allo stesso tempo l’ inquinamento acustico, con conseguenze negative per i lavoratori portuali e i residenti nelle aree limitrofe.
Come riportato nel report “Decarbonising Maritime Transport. Pathways to zero-carbon shipping by 2035” (disponibile in inglese qui), l’alimentazione OPS può avere impatto zero solo se la corrente erogata viene generata senza l’emissione di carbonio. L’OPS è già obbligatorio in California, e i porti Europei dovranno attivarsi per implementare strutture di bunkering dedicate ai combustibili alternativi e adottare sistemi per l’OPS entro il 2025.
Per quanto riguarda le operazioni portuali, una gestione efficiente delle attività può chiaramente ridurre le emissioni nocive. Una delle opzioni per ridurre l’inquinamento nei terminal è quella di utilizzare l’energia eolica per alimentare le gru a portale, l’illuminazione e le postazioni reefer. Un’ulteriore opzione è quella di convertire le gru gommate (RTG) alimentate a diesel, in gru ad alimentazione ibrida in modo da ridurre i consumi di carburante.
Hamburg port's wind turbines
La riduzione dei tempi di attesa delle navi in porto, o nella fase di ancoraggio che precede le operazioni di movimentazione, influisce notevolmente sul consumo energetico. Un’interfaccia nave-porto più fluida richiede tuttavia una pianificazione dettagliata, migliore collaborazione e scambio di dati tra tutti gli operatori coinvolti (quindi operatori portuali, autorità portuali, erogatori di servizi di rimorchio e pilotaggio). La digitalizzazione dei flussi e dei carichi, e la creazione di schedule in tempo reale possono influire sulla fluidificazione dei processi, migliorando ed efficientando l’intero sistema.
Il dialogo tra tutti gli stakeholder è di fondamentale importanza per implementare nuovi flussi e pratiche volti alla riduzione dei costi, poiché sono operazioni che spesso richiedono interventi sulle infrastrutture portuali o sulle navi stesse. L’espansione dei porti spesso impatta la comunità che li circonda, motivo per il quale è fondamentale includere gli aspetti sociali nelle politiche di sostenibilità.
Il coinvolgimento delle comunità locali
Le comunità locali stanno facendo sempre più pressione sui porti, chiedendo trasparenza sulla natura e sulla tipologia dei carichi che transitano attraverso le banchine, e su eventuali rischi ambientali legati alle operazioni portuali.
Di conseguenza, i porti hanno il dovere di interagire, con le comunità locali e l’opinione pubblica da un lato, e con i clienti e gli utenti del porto dall’altro. Avvicinare la comunità ed il pubblico al porto è un modo piuttosto efficace di interagire con la comunità locale, come dimostra il famoso “Hafengeburtstag” (compleanno del porto) di Amburgo, ad esempio.
Il progetto Porto Lab, del Gruppo Contship Italia, è un altro esempio che mostra l’importanza del coinvolgimento locale nelle realtà portuali (www.portolab.it). Tuttavia, questa è solo una delle attività di CSR che effettua il Gruppo, che da anni si impegna a rispettare diversi criteri di sostenibilità, impegnandosi attivamente perincrementare continuamente l’efficienza energetica, ridurre gli impatti acustici dei propri terminal e salvaguardare la qualità dell’aria, come illustrato nel primo Report di Sostenibilità del Gruppo Contship Italia, che sarà pubblicato entro l’estate. BROSTRÖM Italia, dal 2005, è anche partner di SOS LOGistica (www.sos-logistica.org), l’Associazione per la Logistica Sostenibile, che ha da poco lanciato il primo marchio per la logistica sostenibile, pensato come riconoscimento per le aziende che si impegnano a migliorare concretamente la sostenibilità dei processi e della Supply Chain, e legato ad un protocollo elaborato in collaborazione con Lloyd’s Register. Per ulteriori informazioni sul marchio SOS LOG per la logistica sostenibile potete seguire questo link.
Ancora molta strada resta da fare, quando si parla di sostenibilità nel mondo portuale, ma molti operatori stanno partecipando in maniera sempre più incisiva al cambiamento in atto. Con l’adozione di normative nazionali ed internazionali sempre più stringenti, un porto “sostenibile” diventa un partner strategico sempre più importante per affrontare con successo le sfide del futuro.
Questo articolo fa parte di CS WINdow, la newsletter del Gruppo Contship Italia, che offre analisi ed approfondimenti sul mondo della supply chain, con un focus sulla logistica intermodale europea: